APPROFONDIMENTO: UNA LETTERA O PIU’ LETTERE?

La qualità del rapporto con le aziende sanitarie è condizionata anche dalla prassi e dalle procedure in essere nei territori regionali. Il poter avere una corrispondenza fatta di più momenti di confronto epistolare (una cosa che era normale solo alcuni anni fa) viene vista oggi come una sorta di modo per prendere tempo o far perdere tempo ai nostri interlocutori. Tutto viene collocato nella sfera della cosiddetta “esitazione vaccinale” e le nostre istanze, per quanto fondate, vengono banalizzate e relegate a meri momenti di confronto formale blindato sia in termini di trattazione (contenuti) che di tempo (contingentamento dei colloqui e della corrispondenza). È necessario quindi capire bene quale sia la migliore strategia comunicativa possibile, alla luce del tipo di rapporto che si instaurerà con l’azienda sanitaria.

Ciononostante, anche nella situazione più svantaggiosa di compressione delle nostre possibilità di interagire, decideremo noi quante e quali comunicazioni inviare e a chi, sulla base dello svolgersi del rapporto con i vari interlocutori.

A tale proposito, il materiale che mettiamo a disposizione sarà molto utile anche per gli incontri e le comunicazioni con i pediatri, chiamati a svolgere un ruolo informativo peculiare nel contesto delle vaccinazioni pediatriche. Spesso le aziende sanitarie affidano a loro il compito di interagire con la famiglia in colloqui e incontri informativi. È evidente, quindi, che si prospetta un percorso di comunicazione fatto di fasi successive, nelle quali potranno maturare fatti che andranno debitamente annotati e riportati nelle comunicazioni con gli attori coinvolti.

L’esito presunto dalle procedure sarà sempre quello della compliance vaccinale (adesione piena al calendario vaccinale): il nostro compito sarà quello di motivare, invece, una scelta diversa e difforme dai protocolli.