VITA CONTRO VITA: UNA QUESTIONE MORALE

ll decreto legge Lorenzin, che impone l’obbligo di un mix di numerose vaccinazioni, con tutto il suo corredo di sanzioni e coercizioni, sta seguendo il suo iter per la conversione in legge, creando, sin dalla sua genesi, una profonda spaccatura sociale nel Paese. L’articolo apparso su Repubblica lo scorso 28 Giugno, dal titolo “Caro Zaia, ci ripensi: i vaccini obbligatori salveranno mia figlia”, La lettera di un papà al governatore del Veneto: "La sua vita è legata al fatto che gli altri siano immunizzati", caratterizzando i tratti di due fronti contrapposti, offre l’opportunità di lanciare una provocazione, su cui vi è la necessità di riflettere. Da un fronte, i “Salvati”: genitori di bambini affetti da patologie che causano immunodeficienza, di cui fa parte il Sig. Pomaro, padre di una bambina colpita da una gravissima malattia del midollo e autore della lettera citata nel suddetto articolo. Lanciano il loro innocente e accorato appello a sostegno della legge che impone l’obbligatorietà di numerose vaccinazioni, sperando di ottenere, così, maggiori chance di salvaguardare la sopravvivenza dei loro figli. Dall’altro fronte, i “Martiri”: genitori di bambini giudicati, dalla legge, sani e vaccinabili. Ben informati e consapevoli dei pericoli connessi alla pratica vaccinale, devono subire il rischio di sacrificare la salute e, ahimè in taluni casi, anche la vita dei propri figli, ai quali andrebbe inoculato un cocktail di vaccini che potrebbe compromettere per sempre il loro futuro.

Sono profondamente addolorati per il dramma che vivono le famiglie dei “Salvati” e lo sono altrettanto nei confronti delle famiglie i cui figli hanno subito danni da vaccino (anche gravissimi) e delle famiglie alle quali la vaccinazione ha strappato per sempre il loro bambino. In California, esattamente due anni fa, si è combattuta la stessa identica guerra fra fronti. E la famiglia Krawitt, e in particolare il figlio Rhett, affetto da leucemia, ne ha rappresentato l’emblema che ha segnato la vittoria a favore dell’obbligatorietà. Ebbene sì, parrebbe davvero che se il decreto Lorenzin fosse convertito in legge o, anche se al contrario non lo fosse e quindi venisse concessa più libertà di scelta alle famiglie, avremmo comunque dei “Salvati” e dei “Martiri”. Ma il paradosso descritto sopra, “salvati” contro “martiri”, che è chiaramente una provocazione e va ribadito, è utile per chiarire più approfonditamente la natura della guerra che è in atto fra coloro che sono contrari e coloro che sono a favore all’introduzione delle disposizioni del decreto legge Lorenzin.

La continua strumentalizzazione delle notizie di cronaca, condita da qualche dogmatica evidenza scientifica, sembra essere l’unico piano su cui attualmente si basa il confronto su un tema così complesso e delicato come quello delle vaccinazioni. Ciò sta certamente creando una spaccatura irragionevole, mettendo gli uni contro gli altri: famiglie contro famiglie! Bambini contro bambini! La vita contro la vita! Ma, allora, cosa è giusto? E cosa è sbagliato? Le lacrime di una madre e di un padre per un figlio morto, o gravemente malato, o gravemente leso, sono lacrime versate per tutti i figli di tutte le madri e i padri del mondo. Non c’è distinzione, non c’è discriminazione, non c’è ragione, non c’è scienza che tenga. L’ordinamento giuridico italiano, comunitario e internazionale, sembrerebbero avere idee molto più chiare al riguardo: dalla Costituzione (art. 32: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”), alla convenzione di Oviedo recepita con L. 145/2001 (Articolo 2 -Priorità dell’essere umano- “L’interesse e il bene dell’essere umano devono prevalere sull’esclusivo interesse della società o della scienza”, art. 5 –Regola generale- “Qualsiasi intervento in campo sanitario non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato il proprio consenso libero e informato. Questa persona riceve preventivamente un’informazione adeguata in merito allo scopo e alla natura dell’intervento nonché alle sue conseguenze ed ai suoi rischi. La persona interessata può liberamente ritirare il proprio consenso in qualsiasi momento”), dalla legge 180, alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

La questione, certamente, non si esplica solamente nell’apparente netta contrapposizione dei diritti da salvaguardare, ma riguarda tante altre contraddizioni da dirimere e lacune da colmare: presenza di conflitti di interessi fra i vari attori convolti, deresponsabilizzazione delle case farmaceutiche relativamente ai danni da vaccino, carenza di studi e ricerche indipendenti su mix di vaccini e loro sicurezza, carenza di studi e ricerche epidemiologiche sugli effetti a medio e lungo termine, omissione di accurati screening pre-vaccinali e controlli post-vaccinali, impossibilità di reperimento di mono-somministrazioni e conseguente privazione di profilassi personalizzata, carenza di trasparenza in merito a farmacovigilanza, difficoltà nella segnalazione di reazioni avverse, difficoltà nel vedere riconosciuto il nesso di causalità fra danno e vaccinazione e nell’ottenimento del risarcimento danni, ecc. Argomenti che, se anche fossero opinabili, pesano sulle perplessità di tante famiglie “scettiche” alla pratica vaccinale tout court e minano la credibilità del sistema che ci governa. La grande figura di Enrico Berlinguer è ricordata da tutti, a prescindere dal credo politico, per aver affermato che la questione morale è al centro della questione italiana. A più di trent’anni dalla sua morte, nulla sembra essere cambiato... Le svariate migliaia di persone che stanno manifestando nelle piazze italiane, fotografa il forte disagio sociale che le famiglie stanno vivendo. Il pericolo di pesanti sanzioni e coercizioni che rendono di fatto impossibile sottrarsi all’obbligatorietà dei numerosi vaccini, viene vissuta come una profonda violazione di diritti umani e percepita come una netta involuzione.
I nostri legislatori non possono ignorare le loro istanze, altrimenti si correrebbe realmente il rischio di configurare la pratica vaccinale imposta dalle recenti disposizioni, quale atto di fede in nome della scienza. Quasi 4.000 anni fa, Dio, per mettere alla prova la fede di Abramo, gli ordinò di sacrificare il proprio figlio Isacco. Mentre Abramo stava per compiere diligentemente il sacrificio, un Angelo del Signore scese a bloccarlo mostrandogli un ariete da immolare come sacrificio sostitutivo. Oggi, per districarci da questa dolorosa disputa, non possiamo attenderci un miracolo. Ma chi può giudicare quale sia il sacrificio minore? Si può davvero togliere questo diritto alla famiglia? I genitori di Libera Scelta Liguria us.liberidisceglieretigullio@gmail.com