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Obbligatorietà vaccinale da 0 a 16 anni

Obbligatorietà vaccinale da 0 a 16 anni

Il Decreto legge 7 giugno 2017, n. 73, Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, modificato dalla Legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119 impone dieci vaccinazioni obbligatorie da zero a 16 anni e un corredo di sanzioni e coercizioni.

In caso di inosservanza, a seguito di una formale contestazione di inadempimento da parte dell'Azienda Sanitaria territorialmente competente, la famiglia è soggetta a sanzione amministrativa pecuniaria da euro cento a euro cinquecento.
Secondo le misure di semplificazione degli adempimenti vaccinali che si applicano a decorrere dall'anno 2019, per la scuola dell’infanzia e i servizi educativi per l’infanzia, la mancata regolarizzazione della propria documentazione vaccinale entro il 10 luglio (ma l’invito a regolarizzare potrà arrivare dal dirigente soltanto dopo il 10 giugno) determina la decadenza dall'iscrizione.

Secondo le specifiche indicazioni del Calendario vaccinale nazionale relativo a ciascuna coorte di nascita, vengono introdotti i seguenti nuovi obblighi vaccinali in aggiunta a quelli in vigore:

  • l’anti-pertosse,
  • l’anti-Haemophilus influenzae tipo b,
  • l’anti-morbillo,
  • l’anti-rosolia,
  • l’anti-parotite,
  • l’anti-varicella.

Fino ad allora vi erano 4 vaccinazioni obbligatorie:  

  • la vaccinazione anti-difterica: legge 6 giugno 1939, n. 891, 
  • la vaccinazione anti-tetanica: legge 5 marzo 1963, n. 292, 
  • la vaccinazione anti-poliomielitica: legge 4 febbraio 1966, n. 51, 
  • la vaccinazione anti-epatite virale B: legge 27 maggio 1991, n. 165)

e la strada era tutta nella direzione del superamento dell’obbligo vaccinale  e volta alla valorizzazione delle scelte consapevoli dei cittadini. 
Vediamo insieme i passaggi chiave a partire dalla fine degli anni ’90:

  • con il Decreto Presidenza della Repubblica n. 355 del 26/01/1999 “Regolamento recante modificazioni al DPR 1518/67 in materia di vaccinazioni obbligatorie” si era messo fine ad anni di battaglie per l’ottenimento di circolari ministeriali che consentissero sia il regolare svolgimento dell’anno scolastico sia l’ammissione agli esami dei bambini/ragazzi non vaccinati.
    Citazione dal testo del provvedimento: “Nel caso di mancata presentazione della certificazione o della dichiarazione di cui al comma 1, il direttore della scuola o il capo dell’istituto comunica il fatto entro cinque giorni, per gli opportuni e tempestivi interventi, all’azienda unità sanitaria locale di appartenenza dell’alunno ed al Ministero della sanità. La mancata certificazione non comporta il rifiuto di ammissione dell’alunno alla scuola dell’obbligo o agli esami”.
     
  • Era già da tempo intervenuta una depenalizzazione e in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale non erano quasi mai comminate le sanzioni amministrative, previste dalla legge.
     
  • Nel Piano Nazionale Vaccini 2005-2007 per la prima volta era stato affrontato in via ufficiale l’argomento del superamento dell’obbligo vaccinale, pur articolandolo in modo molto sfumato e senza dare riferimenti temporali precisi (quando e come si passerà dal concetto dell’obbligo a quello della raccomandazione).
     
  • La regione Veneto con la LEGGE REGIONALE N. 7 del 23 marzo 2007 aveva stabilito la sospensione dell’obbligo vaccinale per l’età evolutiva, per tutti i nuovi nati a far data dal 1° gennaio 2008.
     
  • La regione Sardegna con DELIBERA N. 71/12 DEL 16.12.2008 aveva definito gli “Indirizzi alle Aziende Sanitarie Locali per il miglioramento delle pratiche vaccinali” come parte sostanziale e integrante del Piano Regionale della prevenzione approvato con Delib.G.R. n. 29/2 del 5 luglio 2005; l'Allegato comprende al suo interno una lucida analisi della questione obiezione di coscienza e rapporto con gli obiettori, di cui si riportano alcuni stralci significativi:

    "Paragrafo 7.2 Sorveglianza, monitoraggio e informazione scientifica: … Negli ultimi anni la pressione commerciale per promuovere l’uso di nuovi vaccini è enormemente cresciuta. Al fine di favorire una corretta informazione sull’uso e sull’efficacia dei vaccini, la Regione e le Aziende sanitarie promuovono e favoriscono l’informazione scientifica indipendente sugli effetti dei vaccini e regolamentano la partecipazione degli operatori e delle aziende sanitarie alle iniziative promozionali finanziate o influenzate dai produttori di vaccini …
    Paragrafo 7.3 Obbligo vaccinale e consenso informato: Un concetto fondamentale, suffragato anche ormai da sentenze della magistratura, è che le vaccinazioni, pur restando nel nostro Paese obbligatorie, sono comunque trattamenti sanitari non coattivi, cioè non coercibili fisicamente: al giorno d’oggi, in base alle normative vigenti, sarebbe del tutto improponibile richiedere al giudice l’esecuzione forzata delle vaccinazioni su di un minore, con l’intervento della forza pubblica. Nel caso dei minori, perché i genitori possano esprimere o negare il proprio consenso, è necessario che essi siano opportunamente informati in modo chiaro e comprensibile. L’obbligo di informare deriva anche dalla disposizione dell’art. 7 della Legge 25 febbraio 1992, n. 210 e successive integrazioni e modificazioni …
    E’ raccomandata in caso di rifiuto di una o più vaccinazioni la sottoscrizione da parte del candidato o del genitore/tutore di una dichiarazione di dissenso informato. Tale dichiarazione documenta la motivazione del mancato espletamento del compito istituzionale dei servizi vaccinali.
    Va precisato che il rifiuto delle vaccinazioni non è di per sé necessariamente indice di incuria, negligenza o trascuratezza nei confronti del minore, potendo invece derivare dalla posizione assunta da persone che manifestano una visione alternativa della prevenzione …
    E’ utile ricordare a questo proposito la recente evoluzione della legislazione in tema di consenso ai trattamenti sanitari, rappresentata dalla Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 19 novembre 1996 e sottoscritta a Oviedo il 4 aprile 1997 e ratificata dallo Stato italiano con la Legge 28 marzo 2001, n. 145. Tale principio appare cruciale in ambito vaccinale, poiché la vaccinazione è un trattamento preventivo proposto a persone sane e in tale ambito non si configura lo stato di necessità, unica situazione in cui non è richiesto il consenso del paziente o del rappresentante legale. Inoltre, la mancanza di partecipazione al processo decisionale derivante dall’obbligo vaccinale, viene vissuta da taluni come una prevaricazione …"
     
  • La regione Piemonte con la DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 10 APRILE 2006, N. 63-2598 aveva istituito il cosiddetto “dissenso informato” con un chiaro orientamento alla sospensione delle sanzioni amministrative previste dalla legge per gli obiettori di coscienza.
     
  • La regione Lombardia con la DELIBERAZIONE N. VIII/1587 DEL 22.12.2005 aveva definito la gestione dei casi di rifiuto delle vaccinazioni raccomandate e l'acquisizione dell’adesione  dei competenti Tribunali per i minorenni della Regione in ordine alla suddetta procedura, affinché potesse divenire operativa una volta acquisita.
     
  • Anche la regione Toscana con la DELIBERA N .369 DEL 22.05.2006 aveva approvato le Linee di indirizzo per la gestione dei casi di inadempienza all’obbligo vaccinale allineandosi alle altre regioni italiane che avevano legiferato per regolamentare l’obiezione di coscienza alle vaccinazioni attraverso la procedura di dissenso informato.
     
  • In un documento di circa 40 pagine la regione Umbria con la DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 11 GIUGNO 2007, N. 962 aveva approvato il suo piano regionale di vaccinazione, comprendendo la gestione degli obiettori di coscienza con l’istituzione della procedura di dissenso informato (da pag. 33, Allegato 7).
     
  • La regione Marche con DECRETO DEL DIRIGENTE DEL SERVIZIO SANITÀ PUBBLICA N 27 del 30.06.2003 riporta in un testo di circa 68 pagine le linee guida per le vaccinazioni. La parte di maggiore interesse per gli obiettori è l’Allegato 3 (Procedure in caso di rifiuto alle vaccinazioni) e l’Allegato 4 (Procedure per la segnalazione di effetti avversi). Anche in questo documento sono disponibili i moduli per l’acquisizione del dissenso informato.
    Anche in questo caso si afferma l’ammissibilità alle comunità infantili (asili e nido) dei bambini non vaccinati, al pari della scuola dell’obbligo. Si afferma in calce all’Allegato 3 che “è stato concordato con il Tribunale dei Minori di Ancona”.
     
  • La regione Emilia Romagna con DELIBERA DELLA GIUNTA REGIONALE 13 MARZO 2009, N. 256 aveva approvato il documento contenente “Indicazioni alle Aziende sanitarie per promuovere la qualità delle vaccinazioni in Emilia-Romagna”, formalizzando una prassi già consolidata nel suo territorio come il “dissenso informato”, configurabile all’interno della cosiddetta obiezione di coscienza alle vaccinazioni obbligatorie.
     
  • Con la LEGGE PROVINCIALE 23 LUGLIO 2010, N. 16 si erano poste le premesse per la sospensione degli obblighi vaccinali anche nella provincia autonoma di Trento, dando seguito nel 2011 alla definizione del percorso da seguire per poter prevedere la sospensione dell’obbligo vaccinale. Nel frattempo la Provincia aveva sospeso, in via sperimentale, l’applicazione delle sanzioni pecuniarie per la mancata vaccinazione e aveva confermato la sospensione dell’obbligo di certificazione di avvenuta vaccinazione a fini scolastici già prevista dal 2000.
     
  • Nel PIANO NAZIONALE VACCINI 2012-2014 si ritorna a parlare di superamento dell’obbligo vaccinale, ma sempre in maniera poco chiara rispetto ai tempi di attuazione.
    "Il Ministero valuterà la situazione delle altre Regioni, in particolare il grado di maturità dei sistemi vaccinali e solo dopo potrà concertare un percorso che porti ad un progressivo superamento prevedendo anche con un iter legislativo ben preciso. Solo se i tempi saranno  maturi per tutte le Regioni, si potrà prendere in considerazione la possibilità di concertare un  percorso  operativo, affiancato da un iter amministrativo, che porti progressivamente
    tutte le Regioni, in maniera sincrona, verso il superamento dell'obbligo vaccinale
    . "
     

E allora perché questo cambio di rotta attraverso un incomprensibile decreto d’urgenza obbligando il parlamento con la questione di fiducia?

La legge 119/17, nata dal decreto “Lorenzin”, fin dalla sua genesi è stata caratterizzata da molteplici contraddizioni e paradossi, a partire dall’epidemia di morbillo, l’incipit del decreto, più volte smentita anche dagli stessi esponenti del Governo.
Impossibile non citare le dichiarazioni di Beatrice Lorenzin:

“A Londra, cioè in Inghilterra sono morti 270 bambini per un’epidemia di morbillo molto grave.” (Porta a Porta, 22 ottobre 2014).
“Di morbillo si muore. C’è stata una crisi di epidemia di morbillo a Londra, lo scorso anno, sono morti più di 200 bambini.” (Piazzapulita, 22 ottobre 2015)  

Negli anni 2013 e 2014, quelli a cui si riferisce il Ministro, si sono registrati in Gran Bretagna rispettivamente 1 e 0 decessi per morbillo.

Nei giorni dell’approvazione della legge sull’obbligatorietà dei vaccini, sempre il ministro afferma: 

“Penso soprattutto al Veneto, che ha un oggettivo e statistico e scientifico problema di copertura vaccinale. Non a caso un Paese confinante non italiano del Veneto poche settimane fa ha mandato una circolare, che è stata pubblicata sui principali giornali, che invitava i bambini di quel Paese a non andare a Gardaland.”

e l’amministratore del parco divertimenti smentisce sia mai stata diffusa una simile circolare.

Le bufale e la disinformazione hanno raggiunto l’apice durante l’approvazione del decreto Lorenzin e la stampa ha riempito pagine con storie di soggetti affetti da patologie che causano immunodepressione, non avendo alcun riguardo nei confronti degli innumerevoli individui che hanno subito reazioni avverse anche gravi e danni da vaccino.
Il morbillo circola in Italia, così come nel mondo, anche nei Paesi con soglie di copertura vaccinale prossime al 100% e colpisce prevalentemente la popolazione adulta, sebbene vaccinata (l’immunità da vaccino antimorbillo è durevole ma non a vita). La resistenza del virus all'eradicazione e le segnalazioni sempre più frequenti e sempre più gravi di piccole epidemie di morbillo nei vaccinati rappresenta oggi un’evidenza acclarata.
(v. intervento Claudio Simion Commissione Sanità)

Nella Circolare recante prime indicazioni operative per l’attuazione del decreto-legge e in particolare nel “Razionale dell’intervento normativo”, viene evidenziato che a partire dal 2013 si è registrato un progressivo trend in diminuzione del ricorso alle vaccinazioni, sia obbligatorie sia raccomandate.

“Tale fenomeno ha determinato un calo della copertura vaccinale al di sotto del 95%, soglia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il raggiungimento della c.d. “immunità di gregge”, e da tempo obiettivo dei Piani Nazionali di Prevenzione Vaccinale (PNPV), incluso l’ultimo, il PNPV 2017-2019 (https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2571_allegato.pdf) approvato con Intesa in Conferenza Stato-Regioni il 19 gennaio 2017, per proteggere indirettamente anche coloro che, per motivi di salute, non possono essere vaccinati.
(…) 
Particolarmente preoccupanti sono i dati di copertura vaccinale per morbillo e rosolia che hanno perso addirittura cinque punti percentuali tra il 2013 e il 2015, passando dal 90,4% all’85,3%, comportando anche un danno per l’immagine del nostro Paese che, impegnato dal 2003 in un Piano globale di eliminazione del morbillo e della rosolia, cui ha aderito anche la Regione europea dell’OMS, rischia di far fallire tale Piano, atteso che il presupposto per dichiarare l’eliminazione di una malattia infettiva da una regione dell’OMS è che tutti i Paesi membri ne siano dichiarati “liberi”.”
(...)
Il decreto-legge è stato emanato per garantire in maniera omogenea sul territorio nazionale le attività dirette alla prevenzione, al contenimento e alla riduzione dei rischi per la salute pubblica e per assicurare il costante mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza relativamente alla circolazione di patogeni infettivi, garantendo i necessari interventi di profilassi e livelli di copertura vaccinale."
(...)
Il razionale del provvedimento è di rendere obbligatorie le vaccinazioni nei confronti di malattie ad elevata contagiosità e a rischio epidemico, al fine di raggiungere e mantenere la soglia di copertura vaccinale del 95% come raccomandato dall’OMS per garantire la c.d. “immunità di gregge”.

Ma è davvero questo il fondamento di una decretazione di urgenza unitamente alla apposizione della questione di fiducia sulla legge di conversione?

È bene sottolineare che l’art. 1 comma 1 della Legge 119 fa rifermento a “il  rispetto  degli   obblighi   assunti   a   livello   europeo   ed internazionale” ma non definisce mai questi accordi intrapresi in un contesto internazionale, né questi sono mai stati oggetto di dibattito parlamentare o pubblico, nonostante l’argomento sia stato più volte sollecitato.

Tali accordi sono riferibili alla designazione dell'Italia quale capofila per un quinquennio delle strategie e campagne vaccinali nel mondo nell’ambito del Global Health Security Agenda, con il compito di guidare le strategie e le campagne vaccinali nel mondo?

L'impegno è stato sottoscritto alla Casa Bianca il 29 settembre 2014.
Il nostro Paese, invitato dal Presidente USA Barack Obama (come si legge sul sito del Ministero http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=1748), era rappresentato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, accompagnata dall’allora Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) prof. Sergio Pecorelli (dimessosi nel 2015 a seguito delle accuse di conflitto di interessi nel settore farmaceutico e dei vaccini).

Il Ministro Lorenzin ha dichiarato:

«Sul tema della salute dobbiamo rafforzare la cooperazione internazionale - ha dichiarato il ministro Beatrice Lorenzin – Il tema dei vaccini sarà una delle priorità durante il semestre italiano di Presidenza Europea. Il nostro Paese si trova al centro dell’area mediterranea e le molte crisi internazionali hanno portato a nuovi imponenti flussi migratori. È necessario rafforzare i controlli nei confronti di malattie endemiche riemergenti come polio, tubercolosi, meningite o morbillo. Se vogliamo evitare il collasso dei sistemi sanitari del Vecchio Continente dobbiamo rafforzare i processi di vaccinazione verso tutte le persone che vivono in Europa».

facendo emergere questioni geopolitiche.

Va sottolineato che Global Health Security Agenda rappresenta una partnership internazionale pubblico-privata, fondata nel febbraio del 2014; è volta a sostenere l'attuazione del Regolamento sanitario internazionale dell'OMS (WHO International Health Regulations) ed è supportata da OMS, FAO e World Organisation for Animal Health (OIE); attualmente è composta da 69 Paesi, organizzazioni internazionali e non governative, la Banca Mondiale e società del settore privato che lavorano per garantire la sicurezza sanitaria globale.
Visitandone il sito ci si rende conto di quanto sia scarno di informazioni e trasparenza. Grave che non siano resi noti i Partner Privati (Private Sector Round Table, PSRT) che supportano i Paesi nel raggiungimento degli obiettivi definiti nei pacchetti d'azione GHSA, in settori quali quelli dell'assistenza sanitaria, delle comunicazioni, dell'energia, delle finanze, della tecnologia, dei trasporti, della logistica, ecc..
In questo documento di GHSA si può leggere che l'adesione al PSRT (Private Sector Round Table di GHSA) offre un valore straordinario alle aziende, fra i quali:

“Accesso senza eguali ai top decision makers and stakeholders in materia di salute globale, politiche e sicurezza globali, aprendo le porte a funzionari governativi di alto livello, società civile e partner multilaterali”.

A Washington era presente anche il dott. Ranieri Guerra, allora consigliere scientifico dell’ambasciata italiana e poco dopo direttore generale del Ministero della Salute nell’era Lorenzin e fautore dell’omonimo decreto, come dichiarato dallo stesso Ministro nella conferenza stampa di presentazione del decreto il 7 giugno 2017:

“ Raniero Guerra, colui che è responsabile di tutto ciò.” (Il suo vero nome è Ranieri, n.d.r)

È sua, inoltre, la firma sulle circolari attuative della legge.

Gli "accordi internazionali" potrebbero essere riferibili anche all'impegno assunto nell'abito dell'Alleanza GAVI, anche essa una Partnership internazionale pubblico-privata alla quale l'Italia ha aderito dal 2006 sottoscrivendo ingenti contributi. Fra i principali aderenti: OMS (di cui GAVI e Fondazione Gates ne rappresentano i principali finanziatori non istituzionali), Gates FoundationUNICEF, la Banca Mondiale i Governi sottoscrittori delle donazioni tra cui spicca quello italiano, le organizzazioni della società civile e l’industria farmaceutica che siede anche nel Board dell’Alleanza. 
Impossibile non citare a tal proposito le affermazioni dell’On. Baroni, 5Stelle, durante l’esame per la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, prima del passaggio al voto di Fiducia alla Camera (26 luglio del 2017):

Con il mio intervento voglio puntare un faro sull’aspetto oscuro del disegno di legge e della vicenda. L’esame del decreto vaccini al Senato non ha chiarito quali siano i vaghi e aleatori obblighi assunti a livello europeo e internazionale al comma 1 dell’articolo 1. Non vorremmo trovarci per l’ennesima volta nell’ennesimo plateale conflitto di interessi o addirittura interesse privato in un atto pubblico.”. 

E più avanti: “È necessario quindi chiarire se, come e quando il decreto vaccini e questi fantastici accordi internazionali da salvaguardare in quest’ambito abbiano e fino a che punto interconnessioni con il documento dell’alleanza globale per le vaccinazioni, il cosiddetto GAVI.
Sarà una coincidenza che il GAVI prevede la somministrazione di dodici vaccini obbligatori nelle proprie conclusioni per quanto riguarda l’Italia esattamente come il decreto originario al Senato?
Sarà una coincidenza che il GAVI critica l’Italia per le sue politiche in materia di vaccini troppo orizzontali e basate sulla cooperazione sanitaria e precetta l’Italia nell’usare politiche verticali prescrittive e obbligatorie?
Sarà una coincidenza che tra i partner del progetto GAVI troviamo la Banca mondiale e la Bill Gates Foundation?
Sarà una coincidenza che – cito testualmente – gli impegni pluriennali dei donatori governativi servano come garanzie per piazzare sul mercato globale dei capitali le proprie obbligazioni finanziarie, i cosiddetti vaccine bonds o IFFIm bonds, come i tecnici anche li chiamano?
Questo, signor Presidente, secondo lei non sarebbe poi un conflitto di interessi?
Ma a chi volete farlo credere?”

L’intervento dell’On. Baroni, nel seguito, mette in luce aspetti piuttosto oscuri legati alla gestione finanziaria di GAVI e in particolare all’utilizzo di strumenti “innovativi” come l’ente stesso li definisce. Qui il resoconto stenografico dell’intervento e qui la riproduzione video.

Un altro aspetto da rilevare è rappresentato dal fatto che le politiche vaccinali nel nostro Paese si basano sugli assunti dell'OMS, ovvero tutto ciò che OMS raccomanda e indica è considerato dato scientifico di riferimento.

L’adozione della soglia del 95% quale criterio generale per la valutazione del rischio epidemico nel territorio italiano ha davvero una solida giustificazione scientifica?
O, al contrario, si può affermare che sia del tutto arbitraria?

Premesso che sui vaccini non esiste una sola evidenza scientifica, è opportuno rilevare che anche OMS non è esente da enormi conflitti di interesse.
A questo indirizzo http://open.who.int/2018-19/contributors/contributor è possibile consultare tutti i contributi ricevuti nel biennio 2018-2019 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’agenzia speciale delle Nazioni Unite per la salute, con sede a Ginevra.
Nel biennio 2018-2019 ammontavano in totale a 5 miliardi 623 milioni 603 mila dollari; il 76,96% dei fondi era destinato a coprire specifici progetti indicati dagli stessi donatori. La Fondazione Gates ha versato in totale 530 milioni 965 mila dollari, il 12,12% del totale dei contributi complessivi, preceduta soltanto dagli USA che hanno contribuito nel biennio versando 893 milioni, il 15,18% del totale. Al terzo posto fra i maggiori contributori si trova GAVI Alliance (8,18%) a sua volta finanziata cospicuamente dalla famiglia Gates.

Nel 2014 l’allora direttrice generale dell’OMS, Margaret Chan, intervistata dal New York Times ha affermato: “il mio budget è altamente vincolato da ciò che io chiamo gli interessi dei donatori”.

Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore del programma televisivo Report, trasmesso su Rai 3, intervistato da Radio Radio, afferma:

L’OMS negli anni è diventata un’agenzia privata, l’80% arriva da finanziamenti privati o vincolati dai donatori. Dopo gli Stati Uniti c’è Bill Gates che è quello che contribuisce di più, più di tutti gli altri Stati. Ma questo significa che è lui a determinare le politiche e le strategie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La notizia più grande è di aver scoperto di un investimento di Bill Gates di circa 400 milioni di dollari in aziende farmaceutiche. Lo fa attraverso il trust di famiglia che poi è quello che alimenta la sua fondazione con la quale dona all’OMS.

Un circolo … Più che conflitto di interessi è un po’ una visione del mondo!
Bill Gates cosa fa? Incassa i soldi dalle azioni delle farmaceutiche, veste i panni del filantropo, dona i soldi all’OMS risparmiando di tasse, ridetermina le politiche e può indirizzare i soldi verso il vaccino contro la polio o per la malaria, e poi determina le politiche con cui vanno fatte le cure, magari con quegli stessi prodotti dalle multinazionali in cui ha investito. Forse la salute della popolazione mondiale merita qualcosa di meglio…”

 

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