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L’OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE

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Il Significato

L’obiezione di coscienza alle vaccinazioni obbligatorie è innanzitutto un’azione individuale o di responsabilità genitoriale, in risposta ad un obbligo di trattamento sanitario imposto per legge o attraverso regolamenti particolari (ad es. in ambito lavorativo), ritenuto iniquo e rischioso per se stessi, obbligo che incide, peraltro, sui diritti fondamentali dell’uomo, costituzionalmente garantiti:

“... Art. 32 ... Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Anche riguardo alle vaccinazioni RACCOMANDATE sussistono forti pressioni per la loro somministrazione, quantunque la loro omissione non preveda alcun tipo di sanzione.

L’Atteggiamento

L’atteggiamento sarà sempre proattivo: obiezione di coscienza non è sinonimo di “rifiuto vaccinale” o di “esitazione vaccinale” (come si vorrebbe far credere). Il RIFIUTO riguarda l’OBBLIGO, l’ESITAZIONE riguarda la volontà di portare a consapevolezza il RISCHIO. Non esiste un rifiuto ideologico e aprioristico alla pratica vaccinale: esiste piuttosto un atteggiamento di cautela e di “ragionevole dubbio” sulla pratica delle vaccinazioni di massa e all’approccio “One fits all” (uno va bene per tutti) applicato ai trattamenti sanitari.

A fronte di questo, si interpellano le istituzioni sanitarie preposte che DEVONO fornire informazioni complete ed esaustive ed, eventualmente, predisporre adeguati accertamenti mirati a ridurre il rischio, così come richiederebbe l’applicazione di una corretta raccolta del Consenso Informato. Quando la scienza impedisce dubbio e discussione, non è più scienza. È fanatismo!

LE BASI DI UN PERCORSO DI OBIEZIONE

L’obiezione di coscienza alle vaccinazioni si basa sulla consapevolezza del rischio e sulla responsabilità della scelta che si rivendica, anche di fronte ad un obbligo di legge. Nel momento in cui si forma questa consapevolezza e saremo sostenuti dalla ferma volontà di compiere scelte coerenti,  avremo la forza di sostenere le responsabilità che ne derivano e saremo in grado di condurre tutti i passi necessari.

Ci sono alcuni presupposti sui quali si fonda la nostra consapevolezza e sui quali è importante soffermarsi:

Presupposti Etici e di Carattere Medico

Consideriamo il principio fondante della medicina “primum non nocére”: la persona o un genitore, di fronte ad un trattamento sanitario richiesto ad una persona “sana” (medicina preventiva) valuterà sempre il rapporto rischio/beneficio in modo diverso rispetto a quanto accade di fronte ad un pericolo acclarato per la salute da affrontare con determinate terapie mediche. Rischi e benefici dovranno essere “pesati” anche sulla base di riscontri disponibili e sempre aggiornati nella ricerca scientifica prodotta in fase di messa a punto del farmaco (vaccino) e nella sorveglianza sulle reazioni avverse (post-marketing). I dati devono essere disponibili in chiaro e devono corrispondere a sistemi rigorosi di “miglior pratica disponibile”. Se c’è un rischio deve esserci la possibilità di una scelta!

In questo contesto, il Consenso Informato gioca un ruolo fondamentale, assicurando che il soggetto esposto a rischi,  anche scientificamente incerti, ne sia adeguatamente informato, permettendogli di effettuare una valutazione del suo caso specifico e di prendere una decisione che sia giusta per la sua persona e il più possibile fondata su elementi concreti e verificabili. La scelta, inoltre, è certamente orientata anche dalle esperienze, dalle percezioni e dal sistema dei valori individuali. Il concetto di costo/beneficio, infatti, non può che essere individualizzato e interiorizzato.

Presupposti Giuridici

La dichiarazione universale dei diritti umani (https://www.ohchr.org/sites/default/files/UDHR/Documents/UDHR_Translations/itn.pdf), la nostra Costituzione e il combinato di leggi a tutela della persona e del Consenso Informato (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/1/16/18G00006/sg) sono le basi giuridiche per il percorso di obiezione. A tale proposito, raccomandiamo a chi vuole approfondire di consultare la sezione del sito dedicata ai diritti fondamentali e alle leggi sull’obbligo vaccinale nella sezione https://www.comilva.org/conosci-i-tuoi-diritti/ambito-giuridico/norme-e-disposizioni-generali.

Il concetto di obiezione può, oggigiorno, trovare una chiara collocazione all’interno del cosiddetto “diritto di RESISTENZA”: Il diritto di resistenza (e quindi l'obiezione di coscienza) può trovare la sua collocazione costituzionale nel combinato tra gli articoli 1,2,3 e 54 (già art. 50 del Progetto di Costituzione). Il diritto di resistenza diventa uno strumento innovativo di cittadinanza attiva, ovvero la presenza del cittadino, la sua vigile virtù civica, il suo consenso ma anche la sua critica, a garanzia della tutela dei diritti inviolabili della persona (https://www.iusinitinere.it/il-diritto-di-resistenza-percorsi-storici-e-costituzionali-di-un-diritto-che-ce-ma-non-si-vede-23267)

La Tutela della Persona e della Genitorialità

La consapevolezza e la responsabilità di una scelta, che non può essere delegata nemmeno di fronte ad un OBBLIGO, assume il carattere di Volontà DI TUTELA della persona e della genitorialità (il caso dei minori), quando è fondata su solide ragioni oggettive. Il tema della responsabilità genitoriale è particolarmente delicato, in quanto la serrata campagna di promozione delle vaccinazioni da parte delle istituzioni sanitarie porta all’idea che la mancata adesione ai programmi di immunizzazione artificiale dei piani vaccinali sia sinonimo di scarsa responsabilità sociale come anche genitoriale, quando si tratta della tutela della salute del minore. La realtà, rispetto ad una posizione critica ragionata del genitore, è esattamente l’opposto. Un solido percorso di obiezione di coscienza è inoltre fondamentale per tentate l’inserimento nelle strutture pubbliche o parificate di accoglienza dedicate all’infanzia (0/6 anni) dove sussistono ancora barriere introdotte dalla legge 119/2017.

Studio ed Approfondimento, Personalizzazione

Per affrontare un percorso di obiezione è necessario un certo grado di approfondimento degli argomenti correlati, sia in campo medico-sanitario sia giuridico: in altre parole è necessaria una FORMAZIONE. Le pagine del sito rappresentano un primo approccio utile ma non esauriscono gli argomenti. Troverete utili indicazioni negli approfondimenti consigliati. Il percorso di obiezione va poi sempre PERSONALIZZATO: esistono situazioni simili ma mai uguali per tutti. La nostra storia, quella dei nostri figli e della nostra famiglia hanno caratteristiche peculiari, uniche, che vanno utilizzate per stabilire la più corretta e coerente strategia di obiezione.

COME ATTUARE L’OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE

L’obiezione si esplicita in forme di auto-tutela guidata, in un percorso temporale, logico e personalizzato sulla base di indicazioni messe a disposizione dall’associazione nelle pagine dedicate di questo sito internet e con l’assistenza offerta dall’associazione. Lo sviluppo dell’obiezione, nelle sue linee generali, non richiede assistenza legale se non in determinati momenti che saranno indicati con precisione. Occorre dire che NON esiste una metodologia standard per attuare l’obiezione, NON esistono lettere tipo valide per tutti i casi ma esiste un METODO. Quello che vi presentiamo è appunto un percorso metodologico.

Il Percorso di Obiezione

La persona (il genitore, nel caso dei minori) avvierà un percorso informativo nel quale si relazionerà con il proprio medico (o pediatra), con l’azienda sanitaria di riferimento e con tutte le istituzioni e interlocutori coinvolti. L’obiettivo primario è quello di essere consapevoli al meglio del rapporto costo/beneficio del trattamento sanitario proposto. Il percorso sarà caratterizzato da una corrispondenza scritta (formalizzata opportunamente con PEC o raccomandate AR) e da eventuali colloqui informativi. Ogni passaggio dovrà essere conservato in un archivio ordinato, un diario fatto di documenti, eventuali registrazioni e quant’altro. L’informazione da parte delle istituzioni è sempre dovuta: starà a noi valutarne qualità e quantità necessarie, anche sulla scorta della nostra formazione.

Il Punto di Partenza

Fatti salvi i passaggi preliminari (formazione, informazione ...), il primo passo formale nel percorso di obiezione di coscienza agli obblighi vaccinali si realizza nell’appuntamento con l’azienda sanitaria competente per territorio.

L’appuntamento va richiesto di propria iniziativa o a seguito dell’invito, ricevuto dall’Azienda Sanitaria (invito alla vaccinazione della prima infanzia, ovvero nei casi di richiami vaccinali o, in generale, anche semplicemente a fronte di verifiche dello stato vaccinale del soggetto interessato).

Di fronte agli inviti formali dell’azienda sanitaria è opportuno formalizzare anche la nostra posizione (ad esempio rispondendo per scritto), assumendo sempre un atteggiamento proattivo, senza nascondersi.

Come si Costruisce

Arriveremo all’appuntamento con le idee ben chiare sullo stato di salute del soggetto interessato (nostra/o figlia/o, un familiare,  ..) e dell’anamnesi familiare (evidenziando patologie familiari, allergie e quant’altro possa rappresentare un fattore di rischio – documentandoli opportunamente -, ovvero, se perfettamente in salute, l’evidenza di una condizione ottimale da mantenere). Da qui si svilupperanno le richieste di approfondimento allo scopo di contemperare rischi e benefici del trattamento vaccinale proposto, come da indicazioni contenute nelle sezioni dedicate del sito: La Gestione del ColloquioObiezione Attiva 0-16: Indicazioni Pratiche e Supporti Documentali  e il materiale di approfondimento collegato a questi contenuti.

Come si Conclude

Di fatto, il percorso di obiezione di coscienza non ha una vera e propria conclusione, in quanto il nostro atteggiamento non sarà mai un “rifiuto della vaccinazione in sé”, bensì un porre ragionevoli dubbi sulla sua pedissequa applicazione al caso particolare. La mancata risposta o una risposta incompleta ai quesiti proposti, l’eventuale omissione, anche parziale, degli obblighi di informazione, i mancati accertamenti diagnostici e quant’altro necessario, si risolveranno in una situazione di stallo e di “non decisione” o di “impossibilità oggettiva a decidere, a prestare un consenso veramente informato” in merito al programma vaccinale in quel determinato momento per la mancanza di informazioni rilevanti, concrete e verificabili.

A quel punto sarà l’azienda sanitaria a prendere sue decisioni nel merito, ovvero valuterà di par suo la situazione di stallo ivi descritta: potrà anche interpretarla come un rifiuto della proposta vaccinale (anche obbligatoria). Da parte nostra sarà sempre possibile, alla luce di eventuali aggiornamenti, rivalutare una decisione positiva.

CHI SONO I NOSTRI INTERLOCUTORI

  • Il medico di medicina generale, il medico del lavoro, il pediatra di libera scelta (nel caso di un minore in tenera età) rappresentano le figure di riferimento con cui confrontarci in occasione di colloqui informativi o di bilanci di salute preliminari all’atto vaccinale;
  • la struttura di igiene e sanità pubblica della nostra azienda sanitaria di riferimento con la quale formalizzeremo tutti i passaggi dell’obiezione, dalle richieste di appuntamento all’esito dei colloqui e di eventuali approfondimenti diagnostici e/o visite di approfondimento anamnestico, in particolare i medici addetti al servizio vaccinazioni del servizio di prevenzione;

Nel nostro percorso di obiezione, potremo rivolgerci anche ad altre figure istituzionali e/o a specifici servizi della Pubblica Amministrazione, quali:

  • Il sindaco della nostra città di residenza: da sempre riteniamo importante informare questa figura istituzionale del nostro percorso di obiezione. Se opportuno, potremo informarlo nei passaggi salienti con l’azienda sanitaria per il suo ruolo di responsabile della salute pubblica nel territorio di competenza, anche con scritti dedicati al suo ruolo;
  • Ogni mancanza o irregolarità nei servizi che dovesse manifestarsi da parte del personale dell'azienda sanitaria, può essere segnalata alla direzione generale attraverso l'Ufficio per le Relazioni con il Pubblico (URP). 

CHE COSA COMPORTA L’OBIEZIONE DI COSCIENZA AGLI OBBLIGHI VACCINALI

Sul piano pratico, legge 119/2017 alla mano, il mancato rispetto del calendario vaccinale obbligatorio comporta una sanzione amministrativa tra 100 e 500 euro e l’avvio di iter (non meglio definiti) di recupero vaccinale. L'irregolarità della posizione dei minori con gli adempimenti vaccinali potrebbe comportare l'esclusione dai servizi e dalle scuole per l’infanzia.

In presenza di un solido iter di obiezione avremo però la possibilità di proporre opposizione avverso la sanzione argomentando in modo sostanziale le ragioni della nostra posizione: impugnare una sanzione rappresenta una ulteriore occasione per cercare di far valere i nostri diritti, portando ad un livello superiore di terzietà di giudizio la nostra obiezione di coscienza. Ovviamente non ci sono garanzie di successo ma resta sempre una testimonianza a beneficio anche della collettività. Allo stesso modo, in nome del presunto valore sociale della vaccinazione (del quale la vicenda della covid-19 ha dato grande evidenza) è difficile che in giudizio venga riconosciuta la disapplicazione della legge che porta all’esclusione dai servizi e dalle scuole per l’infanzia.

Valore Sociale

L'obiezione attiva agli obblighi vaccinali, sebbene si esplichi in un'azione individuale e personalizzata, praticata da una moltitudine di soggetti, rappresenta un movimento partecipativo di cittadini che intervengono, nei loro rispettivi territori, alla costruzione di una società più giusta, che rispetti la dignità e i diritti inviolabili di ogni persona.

Ora più che mai, è necessario, altresì, partecipare, condividere, collaborare e fare rete, sentendosi parte attiva di una comunità civile. 
Contattate i referenti regionali per far rete con altre famiglie del territorio.
Sviluppate sinergie per affrontare insieme le sfide del nostro tempo, promuovendo la partecipazione critica alla gestione della “cosa pubblica”.

Conseguenze sul Piano Personale

La consapevolezza e la determinazione che matura in ognuno di noi nel percorso di obiezione di coscienza ci accompagneranno per sempre, rafforzando, nel caso, la nostra responsabilità genitoriale. Un’esperienza di vita in cui metteremo alla prova le nostre capacità di resistenza a molteplici pressioni che potranno arrivare da più parti, anche all’interno del nostro ambiente familiare: affrontarle con lucidità e pazienza, con razionalità e fiducia nelle nostre possibilità di comprendere ogni cosa ci aiuterà ad accrescere la nostra autostima e determinazione.

Questo percorso, se da un lato richiede necessariamente studio e impegno, dall'altro consente, infatti, di rafforzare e sostenere le proprie scelte. Nella maggior parte dei casi, mette in atto (o rafforza) un cambiamento anche nel proprio stile di vita.

Rappresenta, non ultimo, un percorso di crescita in termini di cittadinanza: conosco i miei diritti e faccio valere le mie ragioni.

 

BUONA OBIEZIONE!