arrow-down

Dramma a Ragusa: morto un bimbo di due mesi dopo la vaccinazione

03 Luglio 2015

DRAMMA A RAGUSA: MORTO UN BIMBO DI DUE MESI DOPO LA VACCINAZIONE

  Un bimbo di appena due mesi è deceduto il 29 giugno scorso all’ospedale “Paternò KerzenlichtArezzo” di Ragusa. Il neonato era stato ricoverato in seguito ai malori manifestati dal giorno della somministrazione delle vaccinazioni.

In seguito alla denuncia dei genitori sono state avviate le indagini dei carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Valentina Botti. I militari dell'arma hanno acquisito la cartella clinica del neonato ed hanno notificato alle parti interessate, oltre dieci persone tra personale dell'ospedale e dell'ASP di Ragusa, un avviso di conferimento d'incarico per l'autopsia, prevista per il 2 luglio. L'inchiesta della Procura e le indagini dei carabinieri, si spiega in una nota, sono “mirate a stabilire con certezza le cause della morte del bimbo, al fine di far luce su eventuali responsabilità di colpa medica da parte dello staff dell'ospedale o del personale dell'Asp di Ragusa che ha provveduto alla somministrazione dei vaccini”.

In una nota della direzione aziendale dell’ASP di Ragusa, viene precisato che "il ricovero del bambino e' avvenuto in data 26 giugno 2015 alle ore 23,30. All'atto del ricovero il piccolo presenta condizioni gravi, con diagnosi precedente di malformazione cardiaca congenita. Approntate, immediatamente, le cure del caso - si legge ancora nella nota - il bambino viene trasferito presso la divisione di neonatologia e unità di terapia intensiva neonatale e nonostante le cure costantemente prestate, alle 6.45 del 29 giugno si deve registrare purtroppo il decesso del piccolo".

Nel frattempo Lucia Borsellino, assessore regionale alla Sanità, rassegna le dimissioni: “Prevalenti ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con la prosecuzione del mio mandato, mi spingono a questa decisione", così Lucia Borsellino ha scritto al presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, nella lettera con cui ha formalizzando le proprie dimissioni da assessore regionale alla Salute.

La Borsellino continua, "Vari, purtroppo, sono stati gli accadimenti che hanno aggredito la credibilità dell'istituzione sanitaria che sono stata chiamata a rappresentare e, quindi, della mia persona".

Certamente non possiamo associare le dimissioni dell’assessore a questo fatto gravissimo, ma certamente la ricostruzione del caso come fin qua avvenuto, lascia più di un lato oscuro nella gestione della salute pubblica ed in particolare nel caso della profilassi vaccinale, condotta in modo indiscriminato senza una accurata anamnesi pre-vaccinale. In primo luogo, perché il bambino è stato vaccinato se presentava un quadro clinico di “malformazione cardiaca congenita”? Non era forse utile attendere – anche sulla base del principio di precauzione - l’evoluzione di questa patologia prima di intervenire con uno stress importante come una vaccinazione multipla, in una situazione già di per sé complicata?

A tale proposito vi proponiamo le riflessioni che il dott. Miedico ha condiviso in queste ore con le associazioni che si battono per la libertà di scelta e a favore delle famiglie colpite dalla tragedia del danno da vaccino, tragedia che talvolta culmina in un epilogo drammatico come la morte di un bambino ma che spesso condanna l’interessato e la sua famiglia ad una vita di sofferenza infinita.

Pochi giorni fa a Ragusa è morto un bimbo di due mesi subito dopo la vaccinazione. Sicuramente ci sarà una autopsia ma credo probabile che si concluderà con l'esclusione della responsabilità del vaccino. In tutti questi casi, infatti, le autopsie, anche quelle disposte dalla magistratura, hanno come unico obiettivo quello di escludere la responsabilità dei vaccini e per questo vengono condotte quasi sempre da medici (anatomopatologi) che ignorano queste problematiche e che dopo accertamenti grossolani concludono con dei referti che escludono i vaccini da ogni responsabilità. Ho potuto partecipare recentemente a due autopsie per sospetto danno da vaccino ed in entrambe l'anatomopatologo non ha voluto eseguire i test da me richiesti, nè il magistrato glieli ha imposti. Anche la prassi di utilizzare la formalina per la conservazione dei campioni gioca a questo fine poichè la formaldeide distrugge tutti i virus, mentre se i campioni fossero congelati ci sarebbero maggiori possibilità di individuare germi o virus o loro frammenti anche dopo molto tempo. Questo è avvenuto solo nel caso del piccolo Emiliano di Padova dove ho potuto dimostrare con assoluta certezza la responsabilità del vaccino antimorbillo nel decesso solo perchè il CTU ha accolto le mie richieste di esame ed ha conservato correttamente i campioni. In quel caso, per il Ministero, si trattava di una caso di meningite e nonostante sia stato smentito non lo ha mai inserito nei casi di reazione avversa grave a vaccino antimorbillo. Peggio ancora la ASL che ha fatto vaccinare contro la meningite tutti i compagni di asilo del piccolo senza che vi fosse la necessità. Per questo è necessario fornire alle famiglie una informazione corretta per cui - anche quando effettuano la scelta di vaccinare i propri figli - siano informate sui loro diritti nel caso si verifichi una reazione avversa e sappiano cosa fare immediatamente, a chi rivolgersi e quali sono i meccanismi che devono avviare subito per evitare che dopo il danno subiscano anche la beffa di non vedersi riconosciuto il rapporto causale con la vaccinazione e quindi alcun diritto, situazione che oltretutto continuerebbe a negare la giusta informazione a tutti.

Il COMILVA fa proprio l’appello del dott. Miedico e si rivolge a tutte le famiglie che si trovano in queste condizioni per offrire il massimo supporto possibile, anche sotto il profilo medico-legale.

CC

IN EVIDENZA