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dalla padella alla brace

OMS, le conclusioni della 77° Assemblea Mondiale della Sanità: il Regolamento Sanitario Internazionale, come modificato il 1° giugno 2024, presenta ancora molte criticità e va respinto entro 10 mesi!

10 Giugno 2024

Respinto il Trattato Pandemico l’esito dell’AMS77 si concentra tutto sulle modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI).

Cosa c’è da sapere

Il Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) (o International Health Regulations, IHR) è uno strumento giuridico internazionale che si prefigge di “garantire la massima sicurezza contro la diffusione internazionale delle malattie, con la minima interferenza possibile sul commercio e sui movimenti internazionali, attraverso il rafforzamento della sorveglianza delle malattie infettive tesa ad identificare, ridurre o eliminare le loro fonti di infezione o fonti di contaminazione, il miglioramento dell’igiene nei Punti di ingresso portuali e aeroportuali e la prevenzione della disseminazione di vettori”.

L’RSI è entrato in vigore il 15 giugno 2007, dopo la sua adozione da parte della 58a Assemblea Mondiale della Sanità, nel maggio 2005 1.

La recente AMS77, conclusasi il 1° giugno, ha visto l’approvazione di una serie di emendamenti che hanno lasciato invariata la maggior parte del testo, rispetto alla versione del 2005, ma hanno introdotto alcuni elementi critici di cui proponiamo una sintesi, ricavata dall’analisi della dott.sa Meryl Nass (https://doortofreedom.org/) nel documento pdf allegato 2.

Ci sono, tuttavia, due fatti importanti che dovrebbero comportare l’annullamento delle decisioni prese dall’OMS in sede plenaria perché NON SONO STATE RISPETTATE le procedure stabilite dal regolamento stesso, OVVERO:

  • la serie finale di emendamenti mirati non è stata presentata ai paesi membri 4 mesi prima della votazione, come richiesto dall'articolo 55 paragrafo 2 dell'RSI, bensì nel corso stesso della sessione plenaria di sabato 1° giugno;
  • le votazioni non sono state fatte con voto palese ma per consenso, quindi, manca l’elenco dei votanti.

Solo alcuni paesi come Costa Rica e Slovacchia si sono formalmente dissociate, mentre Iran, Russia, Argentina e UK hanno annunciato che valuteranno con i propri governi.

Non esistendo un tribunale presso cui contestare le numerose violazioni procedurali perpetrate dall’OMS e godendo i membri della stessa di una immunità da ogni punto di vista, quello che possiamo aspettarci che gli emendamenti entrino in vigore tra 1 anno, il 1° giugno 2025, a meno che i singoli Governi non esprimano riserva o non li respingano entro 10 mesi (ovvero entro il 30 marzo 2025). Ogni nazione, in sintesi, ha 10 mesi di tempo per comunicare per iscritto all’OMS tutto ciò che, tra gli emendamenti proposti, non viene accettato. 
Molti, leggendolo, contesteranno comunque le varie disposizioni del documento, senza rendersi però conto che la maggior parte dei punti critici erano già presenti nell’RSI da molti anni.

Il tema dei certificati vaccinali, ad esempio, è sempre stato presente nelle precedenti versioni del RSI. Le modifiche ai certificati vaccinali sono minori, rispetto a quanto proposto, e comunque si tratta di raccomandazioni, non di obblighi da parte dell’OMS. I certificati NON dovranno essere per forza digitali.

Il documento originale è disponibile nel sito OMS all’indirizzo https://apps.who.int/gb/ebwha/pdf_files/WHA77/A77_ACONF14-en.pdf. Vediamo nel dettaglio alcuni dei punti salienti del documento che dimostrano come sia ancora una criticità per l’indipendenza dei governi nella gestione di future crisi pandemiche:

  • Gli art. 6 e 7 impongono a qualsiasi Stato aderente di notificare all'OMS qualsiasi evento sanitario che possa causare un'emergenza pubblica;
  • L'art. 8 stabilisce che gli Stati debbano sempre consultare l'OMS prima di implementare qualsiasi misura sanitaria per fronteggiare l’emergenza;
  • L'art. 9 permette all'OMS di gestire a suo piacimento queste informazioni, come diffonderle agli Stati membri o mantenere la segretezza della fonte, se lo ritiene opportuno;
  • Art. 10: l'OMS può chiedere in qualsiasi momento agli Stati membri una verifica sulle informazioni sanitarie ricevute ed essi devono rispondere entro 24 ore;
  • Art. 12.1: il direttore generale dell'OMS ha potere esclusivo nel dichiarare un'emergenza sanitaria, inclusa l'emergenza pandemica;
  • Art. 12.2: se gli Stati membri nei quali sussiste l'emergenza accettano la dichiarazione di cui all’Art. 12.1, il direttore dell’OMS, consultato il Comitato di Emergenza (in base all’art. 49) può imporre delle "raccomandazioni temporanee" (si veda l’art 15). Queste sono restrizioni durano 3 mesi e sono prorogabili per un periodo di altri 3 mesi. In caso di disaccordo la procedura prevede un ricorso al Comitato di emergenza. Sulla base dell'art 53, il direttore dell’OMS può imporre anche restrizioni permanenti;
  • Nell'art 18 vengono elencate le restrizioni che l'OMS può imporre ai paesi:
        • Il tracciamento dei contatti,
        • L’isolamento delle persone sospette infette,
        • La quarantena dei malati,
        • Il lockdown di determinate aree,
        • La richiesta di attivare un piano di vaccinazione e le relative certificazioni.
  • L'art. 13 stabilisce che l'OMS coordinerà la risposta ad ogni emergenza sanitaria.

Il Chiodo Fisso: la censura!

Non poteva mancare un riferimento esplicito alla “misinformation/disinformation”: il tema è affrontato nell’Annex I, parte A e viene presentato nel paragrafo “REQUISITI DI CAPACITÀ FONDAMENTALI PER LA PREVENZIONE, LA SORVEGLIANZA, LA PREPARAZIONE E LA RISPOSTA”.

Al punto “c” si legge:

coordinarsi e supportare il livello locale nella prevenzione, preparazione e risposta a rischi ed eventi per la salute pubblica, anche in relazione a: ... (omissis) ... “comunicazione del rischio, compresa la lotta alla cattiva informazione e alla disinformazione” ...

tutto ciò sia a livello di “comunità locale” che a livello “nazionale”. La cosiddetta cattiva informazione o disinformazione (non definita) è ritenuta quindi un RISCHIO e come tale è soggetto ad una azione di MITIGAZIONE, ovvero di CONTRASTO.

Ciò lascia aperte le porte a sistemi di CENSURA basati sulla valutazione delle informazioni fatte da presunti organismi di vigilanza non meglio definiti di fresca memoria e già ampliamente operativi da tempo. Il tutto in perfetta sintonia con i provvedimenti già in essere a livello europeo (Digital Service Act docet).

D’altra parte, l’endorsment della Von der Leyen al Trattato Pandemico durante l’assemblea, le minacce del direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus a conclusione dei lavori della stessa (... “Penso che sia ora di essere più aggressivi nel respingere i No Vax” ...), e la bozza del Piano Pandemico 2024-20283  , che giace in qualche cassetto, in attesa di essere ripreso in mano, ci fanno capire che la storia non finisce qui!

La deriva dell’OMS

Il 5 giugno, Robert Malone ha pubblicato un lungo articolo su brownstone.org4 dal titolo “Le modifiche al RSI dell'OMS sono state approvate illegalmente”.
Nel dare conto, con dovizia di particolari che noi abbiamo cercato di riassumere nella prima parte di questo articolo, ci dà uno spaccato di cosa esprima oggi l’OMS e di come abbia prodotto le conclusioni della 77° Assemblea conclusasi nei giorni scorsi a Ginevra.  

Riportiamo di seguito alcuni passaggi significativi del suo articolo.

Parallelamente al trattato, l’Assemblea mondiale della sanità (in stretta collaborazione con l’amministrazione statunitense) ha lavorato all’“aggiornamento” dell’accordo esistente (che risale al 2005) sul regolamento sanitario internazionale (IHR o RSI), che storicamente funzionava come un accordo volontario per stabilire norme internazionali volte alla segnalazione, alla gestione e alla cooperazione in questioni relative alle malattie infettive e alle epidemie di malattie infettive (comprese le “pandemie”).

In palese disprezzo dei protocolli e delle procedure stabilite, sono stati preparati a porte chiuse emendamenti radicali all’RSI, sottoposti all’esame e accettati dall’Assemblea Mondiale della Sanità letteralmente negli ultimi momenti di un incontro che si è protratto fino a tarda notte di sabato, l’ultimo giorno del programma della riunione.

Sebbene le norme e i regolamenti dell’Articolo 55 per la modifica dell’RSI richiedano esplicitamente che “il testo di qualsiasi proposta di emendamento sia comunicato a tutti gli Stati parti dal Direttore generale almeno quattro mesi prima dell’Assemblea sanitaria alla quale è proposto per l’esame”, il requisito di quattro mesi per la revisione è stato ignorato nella fretta di produrre qualche risultato tangibile da parte dell’Assemblea.

Di fatto, non c'è stata alcuna votazione effettiva per confermare e approvare questi emendamenti.

Secondo l’OMS, ciò è stato ottenuto attraverso il “consenso” di questo conclave interno non eletto piuttosto che con un voto; i rappresentanti di molti stati-nazione membri dell’OMS non erano presenti nella stanza e quelli presenti sono stati incoraggiati a tacere.
Si è trattato chiaramente di una operazione promossa da una cricca interna che ha agito unilateralmente per eludere le normali procedure ... con una modalità molto simile a quella utilizzata per la riconferma di Tedros Adhanom Ghebreyesus alla posizione di Direttore Generale.

Questa cricca, non eletta, di funzionari dell’OMS si ritiene al di sopra delle parti e al di fuori di ogni vincolo stabilito dalle norme e dagli standard internazionali, compresi quelli stabiliti dalla stessa organizzazione: l’arroganza con cui sono state portate avanti queste azioni fa intravvedere come il processo decisionale dell’OMS continuerà ad essere arbitrario anche in futuro, capriccioso e politicizzato, e rifletterà chiaramente la volontà di vari gruppi di interesse interni (e stati-nazione) piuttosto che deve piuttosto rappresentare un’ampia base di consenso internazionale.

Sembra esserci una completa mancanza di autoconsapevolezza del dilagante pensiero di gruppo che caratterizza cronicamente il processo decisionale dell’OMS: questo si è verificato sia durante la crisi Covid sia durante precedenti eventi critici per la salute pubblica.

Sebbene molte revisioni del Regolamento Sanitario Internazionale siano generalmente ragionevoli e allineate con norme e azioni internazionali valide e pratiche in materia di sanità pubblica, e in alcuni casi siano notevolmente migliorate rispetto alla bozza precedente, la storia recente della cattiva gestione dell’OMS e l’effettiva diffusione e amplificazione da parte dell’OMS di errori e soprattutto di vera e propria disinformazione riguardo la virologia, l’immunologia e la fisiopatologia del SARS-CoV-2, compresi gli interventi farmaceutici e non farmaceutici, solleva legittime preoccupazioni su come queste parole verranno interpretate e implementate.

Inoltre, il modello di ripetute decisioni arbitrarie, capricciose e scientificamente ingiustificabili riguardanti Covid e Vaiolo delle Scimmie suggerisce che espandere l’autorità del Direttore Generale o dell’OMS non è saggio in questo momento.
Piuttosto, una valutazione più matura, ponderata e prudente di recente esperienza deve portare piuttosto verso una riduzione dell’autorità dell’OMS e ad un modello multilaterale più decentralizzato per la gestione dei rischi e degli eventi sanitari pubblici globali e regionali.

Infine, è chiaramente inappropriato fare affidamento su amministratori con un interesse personale così diretto nel risultato da essere così intimamente coinvolti nella realizzazione di radicali cambiamenti politici internazionali. Questo processo di revisione avrebbe dovuto essere gestito da una commissione indipendente di esperti con obiettivi condivisi, attentamente controllati, per ridurre al minimo il potenziale conflitto di interessi.

La frettolosa volontà di aggirare addirittura il proprio statuto, gestendo unilateralmente e arbitrariamente questi cambiamenti con un preavviso estremamente breve, solleva ulteriori preoccupazioni riguardo l’affidabilità, la maturità e la competenza dell’OMS, dell’Assemblea Mondiale della Sanità e del suo Direttore Generale.

Il mondo non ha bisogno di un autoritarismo più condiscendente da parte di coloro che sono incaricati esclusivamente di facilitare la cooperazione internazionale nella sanità pubblica.

 

 

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